Dettagli opera

Vive e lavora a Gubbio, dove è nata. Dopo una inutilizzata laurea
in Giurisprudenza, si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di
Perugia dove ha insegnato Tecniche dell’Incisione. Sono numerose
le partecipazioni a mostre nazionali ed internazionali a cui ha preso
parte sia con opere su carta che con opere tessili a sottolineare
la fratellanza di questi due materiali entrambi fragili, entrambi
sensibili alla luce ed all’acqua, tanto che utilizzarli è diventato quasi
un gioco, quasi una sfida.
Ma il lavoro in entrambi i casi, si origina dal bisogno di guardare
oltre il visibile nei labirinti delle storie popolari, delle superstizioni e
perché no, dei sogni: sorta di cantastorie fuori tempo ad intrecciare
tra loro racconti come trama e ordito o come segni su di una lastra
di zinco o una matrice di legno. Segni, non altro che segni, quasi una
scrittura dell’anima che da una parte cerca la memoria, dall’altra la
cancella e la confonde. Lavorare aspettando che le idee fluiscano
e che le mani facciano il resto. L’attesa fa emergere le energie
dimenticate o, per dirla con Christian Bobin: “L’attesa è un fiore
semplice. Germoglia ai bordi del tempo. Il tempo dell’attesa è un
tempo di liberazione…” Non mi viene in mente altro perché il resto,
il non detto è scritto in quello che realizzo ed è lì che mi metto di
nuovo in attesa che chi guarda trovi un ritmo che accompagni il mio:
sintonia-syntonos, concordanza di una risposta.

Il giardino del poeta, 2020
Tecnica: carta stampata a rilievo più carta acquerellata B/N
cm 50 x 45 x 53