7 Giugno 2019, Comments: Commenti disabilitati su Margherita Levo Rosenberg

Nasce in provincia di Alessandria alla fine degli anni Cinquanta. Un fare arte, il suo, che ha radici nell’adolescenza, andando ad arricchirsi sempre più di consapevolezza fino agli inizi degli anni Novanta, la cui pratica diventa elemento vitale. L’artista piemontese indaga sulle potenzialità espressive di materiali diversi dai canonici dell’arte visiva, elementi quasi sempre di recupero, come plastiche colorate, acetati, pellicole radiografiche, rete metallica o elementi naturali, facendo loro acquisire nuova forma di vita; installazioni, attraverso le quali si esprime con la forza dell’ironia e nel gioco dell’ambiguità. Dopo gli studi in psichiatria, trova nell’arte un territorio privilegiato di comunicazione fra l’essere umano e il mondo, che va ad approfondire anche come arte terapeuta attraverso il linguaggio visuale. Arte come strumento di ricerca di significati, arte alla ricerca delle relazioni fra le cose, fra gli stati d’animo e le funzionalità estetiche, simboliche, concettuali. Nel 1992 fonda a Genova il gruppo Pandeia, al quale aderiscono una decina di artisti uniti dalle affinità concettuali, indipendentemente dall’esito formale dell’opera. “Il mio lavoro – dice Rosenberg – nasce dalla necessità di esprimere la mia relazione col mondo, ma anche dalla critica sociale, specialmente verso i mezzi di comunicazione di massa e la loro ambiguità, realizzandosi attraverso un linguaggio iperinclusivo, potenzialmente in grado di rappresentare la complessità”. 120 A partire dal 1996 e fino al 2012 ha fatto parte dell’Istituto per le Forme e le Materie Inconsapevoli, Museoattivo Claudio Costa, associazione di volontariato culturale sui temi della relazione tra arte e psicologia, nella quale si è occupata di studi e ricerche sui processi della creatività, sui rapporti tra creatività ed integrazione della personalità e sulle applicazioni psicoterapeutiche del linguaggio artistico; su questi temi ha relazionato in numerosi congressi e conferenze, collaborando a libri e riviste del settore. Innumerevoli le pubblicazioni che la riguardano sia in riviste d’arte italiane e straniere sia in cataloghi che hanno accompagnato le numerose esposizioni nazionali ed internazionali, in spazi pubblici museali e in gallerie private, toccando città come Colonia, Roma, Firenze, Lubiana, Samotrace in Grecia, Tel Aviv e Holon in Israele, Lecce, Genova, Saarijärvi in Finlandia, solo per citarne alcune, entrando così a far parte di importanti collezioni, museali e private, in varie parti del mondo. Il suo lavoro ha suscitato l’interesse di importanti storici e critici d’arte, collezionisti e semiologi che seguono da vicino il percorso di questa straordinaria artista che con le proprie opere crea coesistenze che invitano lo spettatore a divenire interlocutore. Genova e Tel Aviv sono le città fra le quali divide vita e lavoro.