Via dolorosa, 2016. Tecnica: disegno con polpa di carta/cotone e lino, cm 57 x 147.
La carta può diventare anche liquida, come nell’originale lavoro di Miriam Londoño, usata come inchiostro per scrivere che poi solidifica in parole fluttuanti nello spazio, che si incrociano, diventano poesia, scultura, dialettica vuoto e pieno, grido e silenzio. Un inchiostro che l’artista colombiana usa anche per disegnare situazioni che riflettono la fragilità della condizione umana, come la Via dolorosa che molti popoli, tra cui quello siriano, sono costretti ad intraprendere per sfuggire a guerre e violenze d’ogni genere. Le figure delle famiglie in fuga, uomini, donne, bambini, sono disegnate come se fossero un reticolo, svuotate di peso, nonostante i sacchi sulle spalle. Ogni figura è sdoppiata, è la lacerazione di chi è costretto a lasciare la propria terra, le proprie memorie, per un altrove sconosciuto.