24 Aprile 2016, Comments: Commenti disabilitati su Maurizio Nannucci

Maurizio Nannucci nasce a Firenze nel 1939, dove vive e lavora. Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti a Firenze e a Berlino, lavora per diversi anni con gruppi di teatro sperimentale, realizzando scenografie. Nella prima metà degli anni ’60 definisce gli elementi fondamentali della sua ricerca visiva esplorando le relazioni tra arte, linguaggio e immagine e creando i primi “Dattilogrammi”, nei quali la parola recupera la forza del simbolo.
Sin dalla metà degli anni Sessanta esplora il rapporto tra arte, linguaggio e immagine, interessandosi alla poesia concreta. Ha partecipato alle sperimentazioni artistiche internazionali con gli artisti Fluxus e Concettuali, elaborando ricerche sulle strutture verbali e l’impiego dei nuovi media.Prende parte attivamente alle sperimentazioni artistiche internazionali degli anni Sessanta, elaborando ricerche sulle strutture verbali e l’impiego dei nuovi media (audio, foto, video, radio, ologrammi, cartoline).
Ha fatto parte del gruppo di fonologia musicale “S 2f M”,Studio di Fonologia Musicale di Firenze, realizzando esperienze di musica elettronica, computer music, collegate a processi visivi. Nei suoi primi lavori, “dattilogrammi”, basa la sua ricerca espressiva sui rapporti scalari di stesure ritmiche di espressioni verbali ottenute con una macchina da scrivere M 40.
La sua ricerca esce dallo specifico dell’ambito artistico per approdare a una visione allargata del “fare arte”. In questa direzione, l’artista ha sviluppato una fitta rete di rapporti internazionali, creando centri di attrazione e di diffusione dell’arte. Da qui viene l’aspetto così significativo che ha nel suo lavoro la componente sulla “comunicazione”: i numerosi radioworks, i videotape, i film e i “multipli”, fra cui i numerosi libri d’artista “Universum”nel 1969. Ha diretto e coordinato la rivista “Mèla” e l’attività di “Zona” non profit Art Space di Firenze e, attualmente, è impegnato nelle attività promosse da “Base”(Progetti per l’arte).
Nel 1967, nella personale al Centro Arte Viva di Trieste, presenta i primi testi al neon, evidenziando la temporalità della scrittura e la non la materialità degli oggetti. Nel 1968 fonda a Firenze la casa editrice Exempla e la Zona Archives Edizioni. Tra le sue recenti installazioni al neon si ricordano quella al Carpenter Center della Harvard University di Cambridge, all’Auditorium del Parco della Musica di Roma, all’Aeroporto di Fiumicino a Roma, alla Bibliothek des Deutschen Bundestages di Berlino, alla Kunsthalle di Vienna, all’European Patent Office di Monaco di Baviera e a Villa Arson a Nizza.
Negli anni ha partecipato più volte alla Biennale di Venezia e alle Biennali di San Paolo, Sydney, Istanbul, Valencia. La sua installazione alla Biennale di Venezia del 1978, “Image du ciel”, ad esempio, (una lunga striscia trasparente con la scritta “Image du ciel” appunto trainata da un aereo attraversava il cielo di Venezia), è un richiamo poetico che ha l’andamento della “minimalizzazione retorica”, un postulato che sempre in modo ironico sfiora la tautologia.
Allo stesso modo le sue scritte di neon, di un’evidenza netta (come ad esempio “When Blue meets red and yellow” , del 1995, una triplice scritta di neon lunga 15 metri che percorre il vano scala della UBS Building di Mario Botta a Basilea), isolano, scompongono, cristallizzano e rendono univoco il processo di fruizione di codici e di linguaggi della lettura. Senza mai avere la pericolosa pretesa di offrirsi come verità profetiche le sue opere al contrario svuotano dall’interno la loro gabbia retorica, grazie alla loro concretezza e al loro rigore formale.
Nel 2004 una sua scritta al neon è stata allestita nel giardino della Fondazione Peggy Guggenheim a Venezia e ancora tutt’oggi continua con le sue esposizioni.