25 Aprile 2016, Comments: Commenti disabilitati su A.R. Penck

Pit­tore, dis­eg­na­tore, scul­tore, reg­ista, scrit­tore e musicista. A.R. Penck, nato a Dresda il 5 Otto­bre 1939, vive e lavora tra Dublino, Lon­dra, Düs­sel­dorf e Colonia. A.R. Penck è con­sid­er­ato un artista neo-espressionista come Sig­mar Polke e Anselm Kiefer. A.R. Penck è ben noto per i suoi lavori carat­ter­iz­zati da fig­ure stiliz­zate e sim­boli neo-primitivi. L’artista ha for­mu­lato la base del suo stile maturo vivendo a Berlino Est dal 1963 al 1972. Dopo diverse dif­fi­coltà con le autorità della Ger­ma­nia dell’Est che gli impe­di­vano di esporre il suo lavoro al pub­blico, nel 1969 ha con­tra­b­bandato le sue opere a Colo­nia per una mostra per­son­ale alla Galerie Michael Werner. Nato come Ralf Win­kler, adotta in questo peri­odo lo pseudon­imo A.R. Penck, dopo aver letto le opere del geol­ogo Albrecht Penck. Sem­pre In questi anni ha eserci­tato una forte influenza, non solo per aver affrontato prob­lemi politici e sociali nei suoi quadri, ma anche a causa della sua capac­ità di for­mu­lare mod­elli o con­cetti dando un quadro gen­erale com­pleto del mondo. Il suo lavoro infatti può essere visto come una diretta reazione emo­tiva e psichica al caotico mondo cre­ato dalla nascita della Demokratis­ches Deutches Repub­lik (DDR). La mente col­let­tiva della DDR sopran­nom­inò la sua arte come Art Brut. For­tu­nata­mente, però, il lavoro ricevette molta atten­zione da parte della Ger­ma­nia Ovest.

L’immaginario di A.R. Penck evoca la psiche di Kathe Koll­witz e Asger Jorn e le esplo­razioni neo­prim­i­tive dei pre-surrealisti. A.R Penck ha spesso col­lab­o­rato con l’artista tedesco Jorg Immen­dorff, con il quale trova la celebrità alla fine degli anni ’70, a liv­ello locale, e dai primi anni ’80 a liv­ello inter­nazionale. Dopo aver dip­into dall’età di dieci, nel 1955 fece ripetute appli­cazioni di stu­dio presso le Accad­e­mie di Dresda e Berlino Est, ma fu respinto. Ha effet­tuato un tirocinio di un anno come dis­eg­na­tore nel 1956, prima di iniziare a lavo­rare in diverse locazioni. Già nel 1960 com­in­cia a dipin­gere fig­ure stiliz­zate e una serie di segni stan­dard­iz­zati, facendo coop­er­are questo lin­guag­gio schematico con le idee derivate dalla matem­at­ica, ciber­net­ica e fisica teor­ica. Questa gamma sem­pli­fi­cata di fig­ure e forme, dip­inte in modo da trasmet­tere un’energia spon­tanea e intensa, ven­gono uti­liz­zate spe­cial­mente per pre­sentare pre­oc­cu­pazioni politiche e sociali. I primi lavori di Penck, pur sug­gerendo una certa influenza di Picasso, si dis­tin­guono per un’ imme­di­atezza non acca­d­e­m­ica. Si limita inizial­mente a quadri bru­tal­mente sem­pli­fi­cati e a costel­lazioni di linee in com­bi­nazione con altri segni pit­torici ed emblemi. Grad­ual­mente aumenta la leg­gi­bil­ità e il con­tenuto sim­bol­ico di motivi grafi­ca­mente esposti con­tro sfondi neu­tri. Inizia l’attività di scul­tore dagli anni ’60 con scat­ole di car­tone, doghe, bot­tiglie usate, e carta stag­nola, per poi, negli anni ’80, pas­sare a scul­ture in legno a volte mon­u­men­tali. Goden­dosi la lib­ertà di lavo­rare in diversi ambiti, A.R. Penck è stato attivo anche come musicista jazz, pub­bli­cando il suo primo album record nel 1979 e facendo apparizioni in gruppi o come per­cus­sion­ista solista. Ha anche pub­bli­cato scritti teorici, carat­ter­iz­zati da con­tenuti filosofici e polemici trasmessi in uno stile lin­guis­tico inno­v­a­tivo, giustap­po­nendo o infram­mez­zando con poe­sie.