25 Aprile 2016, Comments: Commenti disabilitati su Adriano Spatola

Adriano Spatola nacque a Sappiane (Sapjane in Croato), una frazione dell’allora comune di Elsane nella Provincia di Fiume, dove il padre prestava servizio militare: il paesino è oggi frazione di Mattuglie (Matulji), in Croazia.

Con il suo progetto poetico totale si inserì a pieno titolo nel quadro delle vicende dell’avanguardia internazionale. Egli sperimentò nel modo più completo la parola nel suo carattere effimero e nella sua totalità. Il suo interesse, oltre a quello della poesia visuale, passa di esperienza in esperienza privilegiando il carattere indefinibile del suono.

Nel 1961 pubblicò la sua prima raccolta di versi Le pietre e gli dei (Tamari, Bologna). L’anno successivo creò la rivista BAB ILU, che uscì con due soli numeri. Dapprima impegnato a Bologna presso la redazione della rivista “Il Mulino”, collaborò successivamente a “Il Verri” e a “Nuova Corrente”.

Dopo una prima fase di ricerca legata al surrealismo ed espressa pienamente nella stagione della rivista Malebolge (1964), la sua scrittura fu caratterizzata dalla concezione della poesia come fatto artistico visivo, gestuale, fonetico, direttamente connesso ad esperienze espressive diverse: arti visive, musica, teatro.

Partecipò giovanissimo al Gruppo 63.

Dopo una prima esperienza di narrativa con il romanzo “L’oblò” (Feltrinelli, 1964), si dedicò interamente alla poesia in tutte le sue forme, praticando anche la poesia concreta e la poesia sonora. Le sue esperienze “concrete” si legarono a particolari composizioni astratte, denominate “zeroglifici”, realizzate con collage di frammenti di lettere dell’alfabeto.

A partire dal 1966 inizia la sua attività di traduttore dal francese. Tra gli autori tradotti, Balzac, De Sade, Leduc, Aragon.

Nel 1968 fondò a Torino, con il fratello Maurizio, le edizioni Geiger. Si trasferì a Roma e assunse per breve tempo l’incarico di redattore della rivista “Quindici”.

Nel 1969 pubblicò il saggio “Verso la poesia totale” (Ed. Rumma, Salerno), che si impose immediatamente all’attenzione della critica. Ripubblicato nel 1979 (Ed. Paravia), costituisce ancora oggi uno dei più interessanti testi teorici dell’area della sperimentazione poetica novecentesca.

Deluso dall’esperienza romana di “Quindici”, si trasferì in Val d’Enza, a Mulino di Bazzano, dove, con la poetessa Giulia Niccolai, allora sua compagna, fondò la rivista “Tam Tam” (1972), che diventò ben presto un punto di riferimento internazionale per giovani artisti e scrittori. Parallelamente alla rivista, Spatola avviò altre agili iniziative editoriali esclusivamente dedicate alla poesia.

Nel 1979 con l’editore Ivano Burani fondò “Baobab”, una rivista sonora, pubblicata in audiocassetta, che recava il sottotitolo Informazioni fonetiche di poesia.

In quegli anni, la vecchia amicizia con il poeta francese Julien Blaine lo portò ad entrare nella redazione della rivista “Doc(k)s”, di cui Blaine era fondatore e animatore. Nel 1981 divenne direttore di “Cervo Volante”.

Durante l’arco della sua vita, Spatola ha tenuto performance in numerosi festival internazionali di poesia sonora ed ha preso parte a rassegne di poesia visiva in ogni parte del mondo, partecipando anche alla Biennale di Venezia (1972) e alla Quadriennale di Roma (1986).